martedì 20 luglio 2010

ℓα ѕoℓιтυdιnє dєι nυмєяι ρяιмι


I numeri sono infiniti e così come tra le persone ci sono personaggi di spicco destinati a rimanere nella storia, nello stesso modo tra i numeri ne esistono alcuni 'speciali': quelli divisibili solo per uno e per se stessi. Sono i numeri primi. 11,13...17,19...41,43 divisi da una cifra e accomunati dalla loro particolarità. Vicini, ma mai abbastanza da sfiorarsi davvero. La solitudine dei numeri primi, primo romanzo del giovane classe '82,Paolo Giordano, è accattivante fin dal titolo che non può non suscitare un certo fascino. Pensare a questi due protagonisti, Alice e Mattia, come a due numeri primi ci fa supporre che sia una favola senza lieto fine. Divisi da una cifra...una sola. Una distanza minima ma allo stesso tempo incolmabile. Quante volte ci siamo sentiti così vicini da poter quasi afferrare qualcosa per poi accorgersi che quello che stringevamo nel nostro pugno era solo aria? Sì è unici nel proprio genere, ma il macigno da sopportare che grava sulle nostre spalle è un peso non indifferente: la solitudine. Questo libro dal contenuto interessante, ma la cui forma a mio parere dovrebbe ancora essere messa appunto, non sembra dare molte speranze a chi crede ancora in un 'happy ending'. Ma è davvero così? Se me lo avessero chiesto 7 anni fa avrei risposto di sì, magari citando Kafka ''c'è molta speranza ma nessuna per noi''. Tuttavia la vita mi ha portata a rivedere quest'opinione, e oggi sono un pò più ottimista.Per cui voglio lasciarvi una speranza: cercate bene, e se non trovate nulla... cercate ancora!

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