sabato 24 luglio 2010

ℓα яoѕα ∂єι ѕєитιмєитι


La Rosa Dei Sentimenti è un libro del giornalista e scrittore Paolo Mosca. Il protagonista, Paneo, è un uomo che ha scelto di allontanarsi dagli inutili affanni della vita di città per tornare all’essenziale. Il fatto che chiami “il continente”, alla maniera dei siciliani, il mondo caotico che si è lasciato alle spalle ci fa presumere che si sia ritirato su un’isola. Ad avallare questa ipotesi, il fatto che Paneo trascorra le sue giornate dedicandosi alla pesca, unica attività possibile. La prima parte del libro risulta banale e stucchevole e fa apparire l’uomo come una specie di eremita illuminato o un istruttore di yoga, o forse né l’uno né l’altro, perché in alcuni punti la somiglianza più forte è con un hippy: “I miei genitori sono gente semplice di mare, e io sono un tuo fratello che non conoscevi ancora, tutto qui”. Il romanzo ha la struttura di un “diario di bordo” inverosimilmente tenuto da un osservatore nascosto nella capanna del pescatore, larga e lunga in totale tre metri, che racconta degli incontri tra l’uomo, “capace di offrire consigli di vita”, e gli “uomini del continente” che “ricorrono alla sua saggezza” . Paneo ha inventato la “rosa dei sentimenti”, facendo corrispondere ogni sentimento a un vento. La trama, in sostanza, è scontata e già letta. Tuttavia, la storia migliora sul finale. Infatti, per 150 pagine sulle 153 di cui si compone il libro, si fanno sparuti acceni a una dolorosa storia d’amore nel passato del saggio pescatore, un triangolo amoroso che ha finito per trafiggerlo con una delle sue punte. Una scheggia gli è rimasta nel cuore, troppo piccola per essere estratta e troppo grande per rimarginare la ferita. Vale la pena di leggerlo anche solo per le ultime cinque righe.

Nessun commento:

Posta un commento