''Un romanzo sulla guerra civile, per dare voce a chi non si schierò'' Corriere Della Sera. E' stato questo principalmente a spingermi a leggere il romanzo del giornalista/scrittore Giampaolo Pansa: l'idea di un ''racconto controcorrente'', ma soprattutto quella di un romanzo 'politicamente neutrale'. Sinceramente , partendo dal presupposto che ognuno ha le proprie idee politiche ma non per questo bisogna chiudere la porta al dialogo (tutt'altro!), l'ho trovato abbastanza di parte, anzi ho quasi avuto l'impressione che per l'intero romanzo si cercasse quasi di ''manipolare'' il lettore. Si tenta in ogni modo di mettere in cattiva luce i comunisti e i partigiani (soprattutto quelli "rossi") cercando solo superficialmente di sottolineare la crudeltà presente su entrambi i fronti della guerra civile che ha sconquassato l'Italia degli anni '4o. Aldilà dei singoli episodi del racconto(molti dei personaggi muoiono per mano dei comunisti -.-'), nel complesso non mi è sembrato per niente un romanzo 'neutrale', per cui sotto questo aspetto è stato (almeno per me) deludente.
*Per quanto concerne il resto, come libro non è male, nonostante alcune parti mi abbiano quasi infastidita. Ma questo è solo il mio parere :) anzi sarei curiosa di sentire la 'voce' di qualcuno a cui invece è piaciuto!^^
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