Tra i libri che più ho amato, devo dire, ci sono senz’altro le fiabe del Novecento. Così, con lo scopo di leggerle tutte, ho cercato con ostinazione “Il Meraviglioso Mago di Oz’’. La maggior parte degli adulti ha dimenticato che per trovare l’oasi bisogna scavare nella sabbia, ecco perché lo liquidano sprezzanti definendolo un “libro per bambini”. Come si dice? Ah, si! “Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba.”. Ma, in questo caso, non si sbagliano: i bambini riescono a vedere l’acqua che scorre chilometri sotto di loro, riescono a trovare l’oasi del significato sotto la sabbia delle parole. Per fortuna, non ho incontrato particolari difficoltà nel cogliere il senso che si cela dietro questa splendida metafora: Dorothy vive nel grigio Kansas, ma a causa di (o grazie a) un potentissimo ciclone che la allontanerà da casa scoprirà i colori del mondo. Ma, per tutta la durata del viaggio, Dorothy non avrà altro desiderio che tornare dallo Zio Henry e dalla zia Em, anch'essi grigi. Perchè? Perchè nessun posto è migliore di casa. Si affiancheranno a Dorothy in questa avventura incredibili personaggi, ognuno dei quali è alla ricerca di qualcosa…un cuore, un cervello o solo un po’ di coraggio. La chiave di questo romanzo, che nonostante il passar del tempo non mostra nemmeno una ruga, si cela nell'insicurezza: nessuno crede nelle proprie capacità. Per questo decidono di rivolgersi al grande mago Oz, ma impareranno che per trovare ciò che si cerca non bisogna guardare da nessun'altra parte se non dentro se stessi. Dorothy aveva fin dall’inizio la possibilità di tornare a casa, così come il Boscaiolo di Latta ha sempre avuto un cuore, lo Spaventapasseri aveva già il suo cervello e il Leone Codardo era da sempre il re degli animali. Tuttavia se non avessero mai fatto quel viaggio probabilmente non l' avrebbero scoperto. "L’importante non è ciò che trovi alla fine del viaggio, ma ciò che impari mentre corri."
martedì 20 luglio 2010
Il meraviglioso mago di Oz ღ
Tra i libri che più ho amato, devo dire, ci sono senz’altro le fiabe del Novecento. Così, con lo scopo di leggerle tutte, ho cercato con ostinazione “Il Meraviglioso Mago di Oz’’. La maggior parte degli adulti ha dimenticato che per trovare l’oasi bisogna scavare nella sabbia, ecco perché lo liquidano sprezzanti definendolo un “libro per bambini”. Come si dice? Ah, si! “Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba.”. Ma, in questo caso, non si sbagliano: i bambini riescono a vedere l’acqua che scorre chilometri sotto di loro, riescono a trovare l’oasi del significato sotto la sabbia delle parole. Per fortuna, non ho incontrato particolari difficoltà nel cogliere il senso che si cela dietro questa splendida metafora: Dorothy vive nel grigio Kansas, ma a causa di (o grazie a) un potentissimo ciclone che la allontanerà da casa scoprirà i colori del mondo. Ma, per tutta la durata del viaggio, Dorothy non avrà altro desiderio che tornare dallo Zio Henry e dalla zia Em, anch'essi grigi. Perchè? Perchè nessun posto è migliore di casa. Si affiancheranno a Dorothy in questa avventura incredibili personaggi, ognuno dei quali è alla ricerca di qualcosa…un cuore, un cervello o solo un po’ di coraggio. La chiave di questo romanzo, che nonostante il passar del tempo non mostra nemmeno una ruga, si cela nell'insicurezza: nessuno crede nelle proprie capacità. Per questo decidono di rivolgersi al grande mago Oz, ma impareranno che per trovare ciò che si cerca non bisogna guardare da nessun'altra parte se non dentro se stessi. Dorothy aveva fin dall’inizio la possibilità di tornare a casa, così come il Boscaiolo di Latta ha sempre avuto un cuore, lo Spaventapasseri aveva già il suo cervello e il Leone Codardo era da sempre il re degli animali. Tuttavia se non avessero mai fatto quel viaggio probabilmente non l' avrebbero scoperto. "L’importante non è ciò che trovi alla fine del viaggio, ma ciò che impari mentre corri."
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